la difficoltà di trasferire l'oscuro e difficile pensiero del maestro è ben chiara nella mente di lucrezio. eppure l'intento e la volontà di esser caro all'amico e aiutarlo sono la spinta per affrontare la difficoltà di una comunicazione che ha per oggetto una oscura saggezza e si esprime con una lingua "altra" e a tratti priva di termini adatti.
Nec me animi fallit Graiorum obscura reperta
difficile inlustrare Latinis versibus esse,
multa novis verbis praesertim cum sit agendum
propter egestatem linguae et rerum novitatem;
140sed tua me virtus tamen et sperata voluptas
suavis amicitiae quemvis efferre laborem
suadet et inducit noctes vigilare serenas
quaerentem dictis quibus et quo carmine demum
clara tuae possim praepandere lumina menti,
145res quibus occultas penitus convisere possis.
Hunc igitur terrorem animi tenebrasque necessest
non radii solis neque lucida tela diei
discutiant, sed naturae species ratioque.
non sfugge al mio animo che è difficile illustrare in versi latini le oscure scoperte dei greci dal momento che bisogna trattare con nuove parole a causa della povertà della lingua e la novità del pensiero; ma la tua virtù tuttavia e il piacere sperato della soave amicitia mi convince a affrontare qualunque fatica e mi spinge a vegliare durante le notti serene cercando con quali parole e con quale poesia possa diffondere nella tua mente la splendida luce, in quali modi tu possa scrutare fin in fondo le verità occulte. Dunque è necessario che spazzino via questo terrore dell'animo e le tenebre non i raggi del sole nè i brillanti dardi del giorno ma l'aspetto (la rivelazione)e la ratio (il pensiero ragionato) della natura
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